Pop…Popsicle! L’arte di Salvatore Zito

gioconda salvatore zito

Di seguito, la recensione de L’arte di Salvatore Zito da parte di Roberto Perugini.

 

In America il popsicle, o ice pop, è il ghiacciolo: qualcosa che immediatamente richiama i pomeriggi assolati dell’infanzia, il rimedio alla canicola estiva, che subito offre momenti gustosi e di piacere.
Un oggetto estremamente popolare, nella migliore accezione del termine, che è anche parte dell’immaginario collettivo di generazioni di persone.

Nell’arte di Salvatore Zito il popsicle è onnipresente in svariate fogge e dimensioni. Da solo o in una molteplicità di camuffamenti o, ancora, attraverso le trasparenze del suo interno, rivelatore di immagini mutuate dal quotidiano (fiori, temperini, pupazzi, ecc.).
Verrebbe da pensare che una pittura così congegnata sia facilmente catalogabile come pop, nel senso di pop art o post pop art.

Niente è più lontano dal vero!

Da un segno Pop ad un’Arte che riannoda le trame con i classici

collezione più vero del falso

Le immagini pop non sono il fine della pittura di Salvatore Zito, ma il mezzo attraverso il quale, con garbo, ironia ed eleganza, il pittore porta lo spettatore a confrontarsi con una maniera colta e raffinata, memore dei grandi maestri del passato, con i quali sapientemente annoda trame ed esperienze, rielaborando il tutto in un suo stile personale e presto riconoscibile.

Pittura autentica, che sa cogliere le infinite sfaccettature delle cose e subito parla alla mente, appagando l’occhio con una palette solare, ricca di armonie mediterranee.

In lui c’è la gioia di un Matisse, il rigore e l’eleganza di un Rosso Fiorentino e il richiamo di un Gauguin ormai perso nei mari del sud: ma quali spazi migliori ed acque in cui dare vela alla propria arte!

Una sintesi artistica che dal Pop vira nella poesia

Ancora più lontano dal vero è chi, nelle svariate declinazioni del ghiacciolo di Zito, vede un limite alla rappresentazione e narrazione del reale.

Esso è, invero, icona e metafora attraverso la quale si dà conto del reale, un modo denso per racchiudere nel poco una visione del molto. Un metodo simile a quello del poeta che, nei 14 versi di un sonetto, lotta con la materia verbale per testimoniare un’emozione, trasmettere un sentimento, mostrare la meraviglia del mondo, cantare l’amore.

Zito, lungi dall’essere costretto da tale limite nel proporre con rinnovata continuità il suo segno pittorico, offre una sequenza di immagini connotate da intenso lirismo, che allo spettatore danno la possibilità di circondarsi di raffinata bellezza.

Roberto Perugini